IL CICLISMO NON È SOLO GIRO D’ITALIA PER IL PANATHLON

di Luca Ciuffoni (del 10/05/2013)



Il Club di Pesaro ha invitato il team Novo Nordisk composto da soli atleti diabetici


PESARO- La cronometro Gabicce Mare - Saltara del Giro d’Italia ha fatto salire la febbre del ciclismo nella Provincia di Pesaro e Urbino e il Panathlon di Pesaro non poteva che farsi contagiare. Prima del passaggio della carovana rosa, il Club presieduto da Alberto Iaccarino ha organizzato una conviviale proprio sul ciclismo, focalizzando l’attenzione di tutti sulla storia del team Novo Nordisk.
Tanti gli ospiti della serata a partire dal Presidente Internazionale del Panathlon Giacomo Santini, prima radiocronista e poi telecronista di ciclismo e non solo. Con lui il Governatore d’Area Giorgio Dainese, ma anche Alberto Paccapelo del Coni di Pesaro e Urbino, l’Assessore Provinciale Massimo Seri, il ciclista pesarese Enrico Paolini più volte campione italiano e con qualche vittoria anche al Giro d’Italia e Davide Cardellini che ha organizzato la serata insieme al presidente Iaccarino.
I veri protagonisti però sono stati i componenti del team Novo Nordisk, tra cui il direttore sportivo Massimo Poderzana, il massaggiatore Cristiano Romagnoli e i due ciclisti professionisti Paolo Cravanzola e Andrea Peron. E ad introdurre la serata è stato il medico endocrinologo Maurizio Sudano.
Prima di entrare nell’argomento della conviviale il Panathlon ha voluto ricordare con un grande applauso Arnaldo Ninchi, grande attore e sportivo pesarese. Altro applauso, con annesso anche un piccolo dono, è stato poi riconosciuto a Massimo Campanari, socio del Club di Pesaro, che per il secondo anno consecutivo ha vinto la Maratona del Panathlon che si corre durante la manifestazione ColleMar-athon.
Chiuse queste parentesi si è entrati nel vivo della serata con un’introduzione molto accurata del dottor Maurizio Sudano, esperto di sport e diabete. Perché proprio il diabete? Semplice, perché la squadra griffata Novo Nordisk è composta solo da sportivi diabetici. Bisogna infatti abbattere un muro culturale che spesso molte persone, anche esperte, si costruiscono nella testa. Un muro che divide i diabetici dallo sport agonistico, cementato dal pregiudizio che le persone che soffrono di diabete non possono fare sport, anzi se praticano sport agonistico rischiano di trascurare la loro malattia. Niente di più falso. Proprio Maurizio Sudano ha mostrato i risultati di un suo studio in cui viene dimostrato che uno sportivo diabetico, opportunamente educato e controllato, ha condizioni di salute migliori rispetto a una persona che si cura il diabete senza però fare attività fisica.
La presenza del team Novo Nordisk ha testimoniato il fatto che sport e diabete non sono inconciliabili. Il direttore sportivo Massimo Poderzana ha descritto questo gruppo composto da diciassette atleti professionisti provenienti da dieci nazioni diverse e tutti affetti dal diabete di tipo uno. Il team si può definire di seconda fascia, ma ha l’obiettivo di far crescere i ragazzi per farli partecipare un giorno ad una grande gara a tappe come può essere il Giro d’Italia.
Il messaggio che portano gli atleti e che i due ospiti Paolo Cravanzola e Andrea Peron hanno condiviso con i soci del Panathlon è che bisogna cambiare la percezione che la gente ha del diabete. La tecnologia, infatti, ha fatto passi da gigante e mette a disposizione degli ausili che permettono ai diabetici di poter gareggiare alla pari con tutti gli altri atleti, senza per questo trascurare in alcun modo la malattia, anzi tenendola ancor di più sotto controllo.
E il messaggio è arrivato forte e chiaro ai soci del Club di Pesaro e anche al Presidente Internazionale Santini, particolarmente colpito da questa storia fatta di sport e umanità. Un altro esempio di come attraverso lo sport le persone si uniscano e superino i propri limiti. Una storia che ha mostrato la faccia pulita del ciclismo, disciplina troppo spesso macchiata dal doping.


Luca Ciuffoni




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