IL PANATHLON AIUTA A CRESCERE I GIOVANI NEL RISPETTO DELLE REGOLE

di Luca Ciuffoni (del 13/09/2013)



Partecipato e interessante il convegno organizzato dal Club di Pesaro su etica e sport


PESARO- Erano presenti quasi cento persone al convegno “Etica e sport: crescere nel rispetto delle regole” organizzato dal Panathlon di Pesaro nella Sala “W. Pierangeli” della Provincia. Due i relatori del convegno, Mattia Piccinini, arbitro di calcio noto suo malgrado per essere stato aggredito nella partita di Seconda Categoria tra Borgo Pace e Schieti, e l’ex arbitro internazionale di basket Fabio Facchini. I due hanno parlato davanti ad un pubblico composto principalmente da ragazzi provenienti dai settori giovanili della VL di basket, della Vis Pesaro di calcio e del Pesarovolley.
A fare gli onori di casa il Presidente del Panathlon di Pesaro Alberto Iaccarino, che ha voluto questo convegno per onorare la missione del Club di diffondere la cultura del fair play.
L’Assessore Provinciale allo Sport Massimo Seri, come panathleta, ma anche come ex arbitro, ha introdotto i due relatori, ed ha sottolineato che lo sport sia un veicolo straordinario per inviare messaggi alle giovani generazioni e, per trasporre facilmente il rispetto delle regole dal gioco alla vita di tutti i giorni.
Il tema principale toccato da Facchini e Piccinini è stato quello dell’educazione. Anche gli arbitri sono educatori e non sono un male necessario all’interno di una partita. I giudici di gara non hanno solo il compito di vigilare, ma contribuiscono a rendere più coscienziosi i componenti delle due squadre. Per farlo hanno bisogno di autorevolezza e non di autorità..
Questa è la visione ideale del giudice di gara, che avrebbe vita molto più facile se potesse contare sulla collaborazione di tutti soprattutto a livello giovanile. Allenatori, dirigenti e genitori devono contribuire ad alimentare la cultura del rispetto per rendere davvero efficace il ruolo educativo dell’arbitro.
A disposizione dei soci del Club è poi rimasto Fabio Facchini, che, nel corso della conviviale, non si è tirato indietro e ha risposto a tutte le domande.
La più scomoda risale alla famosa partita dell’Aprile 1992, Gara 2 della Finale Scudetto tra la Scavolini Pesaro e la Benetton Treviso. Facchini era il secondo arbitro del match, il primo era Pietro Pallonetto. Due gli episodi contestati sul finire della partita la spinta di Kukoc a Daye non fischiata e un fallo di Gracis sempre su Kukoc.
Chiusa questa parentesi non da poco per i tifosi pesaresi, Facchini ha parlato della sua scelta di smettere di arbitrare con un anno di anticipo. Scelta che ha voluto prendere per chiudere in bellezza la carriera che lo ha visto fischiare in 702 partite in tutto il mondo. L’onore più grande è stato quello di arbitrare alle Olimpiadi, mentre la partita che più gli è rimasta impressa è stata quella che arbitrò dopo la Guerra dei Balcani tra serbi e croati in un palazzetto dove c’erano più poliziotti che tifosi. Attualmente ricopre il ruolo di Responsabile Unico degli Arbitri di Serie A, ma il suo sogno rimane quello di arbitrare in NBA. Sogno tuttora realizzabile visto che in America non ci sono limiti di età. E se Dick Bavetta, classe ’39, ancora non ha appeso il fischietto al chiodo, c’è speranza anche per Fabio Facchini.
Dopo l’episodio del 1992 si può finalmente dire che l’arbitro Facchini sia un amico della Pesaro cestistica, il Panathlon serve anche a questo.




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