POSTO D'ONORE



        


Pesaro è orgogliosa oggi del suo nuovo Palazzo dello Sport, a forma di astronave, che ora ha preso il nome di Arena Palas.  In occasione della sua inaugurazione, nel 1996, il Panathlon si è fatto promotore di una iniziativa chiamata “ Posto d’Onore”, dedicata alla memoria di Agide Fava, insigne ed indimenticabile sportivo pesarese. Il “Posto d’Onore”, e relativo abbonamento alla massima squadra di basket, viene contraddistinto da un’apposita targa applicata ad una delle poltroncine del Palazzo, ed assegnato ogni anno a quello studente che si è distinto sia per le sue prestazioni sportive che per il suo comportamento scolastico, riservando –  qualora si appalesi l’occasione – l’assegnazione ad un atleta di qualunque sport autore di un gesto di fair play.



Avendo tra i propri principi statutari “la conoscenza e la discussione dei problemi riguardanti lo sport” come pure”l’adozione, l’appoggio e l’affiancamento di qualsiasi iniziativa al servizio dello sport”, Il Panathlon di Pesaro ha ritenuto di sottolineare, particolarmente oggi, il bisogno di una missione educativa e moralizzatrice nel mondo sportivo.


Non a caso quindi è nata questa iniziativa che unisce l’ambiente in cui dovrebbe integrarsi l’educazione delle generazioni salienti e cioè la Scuola, e dall’altra la sottolineatura di figure esemplari dello sport cittadino. In questo caso si è ritenuto di prendere a simbolo quella di Agide Fava, seminatore, preparatore, allenatore di almeno tre generazioni di cestisti.


La sua scomparsa ha lasciato un gran vuoto tra gli appassionati di basket: è stato il primo maestro della pallacanestro pesarese e il capitano di lungo corso nelle traversate della competitività nelle attività federali: Un uomo,  noto a tutti come “Aido”, che per il basket aveva avuto – dopo pur notevoli esperienze nel calcio e nel nuoto – una passione che pareva l’avesse folgorato.


Questa figura immensa, con una sua pedagogia gioiosa(era anche maestro elementare) dalla risata immediata, portatore sano del concetto di sport, era un tecnico che aveva assimilato gli elementi ed i concetti essenziali del basket: estesa conoscenza dei “fondamentali” più che la pedante ripetitività delle tattiche, anche se ciò può apparire riduttivo. Praticamente  era l’adesione alla concreta realtà del gioco.


Sul versante della Scuola, è purtroppo vero che è stata assente per troppo tempo, ha tardato a riconoscere nello sport un formidabile mezzo educativo e addirittura un ruolo sociale che può consentire il raggiungimento di molti obiettivi e la risoluzione di molti problemi. Ma, grazie a Dio, pare stia mutando anche a livello politico una nuova sensibilità:


Per l’assegnazione del “ Posto d’Onore” il Panathlon pesarese deve ringraziare Docenti e Presidi delle Scuole cittadine perché i nominativi sono stati segnalati proprio da questi Operatori della Scuola.


 Qui di seguito vengono elencati gli atleti-studenti che si sono aggiudicati il premio:



1997 Premio Panathlon Fair Play: Filiberto Martinelli
1998 Premio Panathlon Fair Play: Filiberto Martinelli
1999 Studente 3° Liceo Scentifico: Lorenzo D’Ercole
2000 Studente 4° I.T.C. "Bramante": Marco Ribiscini
2001 Studente 5° I.T. Geometri "Genga": Filippo Magnini
2002 Studente 3° Liceo Classico: Gilia Filippetti
2003 Studente 3° I.T. Agrario "Cecchi": Diego Vagnini
2004 Studente 4° I.T. Albereghiero "S.Marta": Matteo Cecchettini
2005 Studente Ist. D’Arte "F. Mengaroni": Diego Rillo
2006 Studente IPSIA "G.Benelli" Simone Giorgi
2007 Studente I.T. Alberghiero "S.Marta" Alessandro Amici
2008
2009 Studente Liceo Classico Jacopo Tobaldi
2010 Studente Liceo Scienze Umane Sofia Barbaresi 



Scorrendo l’elenco balzano all’occhio alcuni nomi che comprovano il grande valore sportivo dei premiati (…..basta il nome del campione del mondo Magnini ?) congiunto alle qualità della persona che rispetta i propri doveri ed ha un comportamento conseguente.  Certamente il ritratto di simili prototipi sarebbe il sogno di ogni genitore……..


Ma la frontiera dello sport educativo poggia su alcuni pilastri: i ragazzi, la famiglia, la scuola, l’associazionismo. Se presi singolarmente ognuno ha qualche problema: Educare con lo sport non è questione tecnica, è soprattutto questione di cuore perché prima del risultato sportivo devono esserci la persona e la qualità dell’esperienza umana: Risulta quindi che servirebbe una convergenza virtuosa, perché la catastrofe più grande che ci può toccare è l’indifferenza per il futuro della nostra gioventù.  ( S. Z.)




Browser compatibili: IE7, Firefox3, Opera10, e relative versioni successive.
Copyright 2006 - Panathlon Club di Pesaro. Tutti i diritti riservati. Design ByDaga.